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Visualizzazione dei post da 2017

DOVE INVESTIRE NEI PROSSIMI ANNI

Ho appena letto un articolo nel quale uno dei guru di Wall Street ipotizzava tassi al 6% in Usa e boom delle materie prime . In pratica sosteneva che storicamente vi è sempre stata un'alternanza tra azioni e materie prime. Crescita dell'azionario e calo delle materie prime e viceversa. E si riferiva, ad esempio, alle ultime bolle e alle successive crisi. Dalle dot.com in poi. Provando a verificare i vari grafici tale teoria è vera per alcune materie prime ma non per tutte. Ma è uno spunto importante per trarre alcune considerazioni  che ci possono aiutare a muoverci sul mercato. Siamo molto vicini a un cambiamento del trend in essere . Se guardiamo l'ultimo mese in Europa il numero di titoli (dei maggiori indici) che ha avuto performance negative è circa il 60% rispetto al 40% di titoli con performance positive Dopo crescite così elevate nel momento del cambiamento mentre il sistema tende a far entrare i risparmiatori nelle tipologie di titoli che hanno performato m

BANCA-IMPRESA: IL FUTURO E' SENZA FIDI DI CASSA

Il futuro nel rapporto banca-impresa sarà sempre più senza fidi di cassa; già oggi è lo strumento più difficoltoso da ottenere ed è indicativo della direzione che il sistema bancario ha intrapreso nell'impostazione del rapporto con le imprese. Il finanziamento dovrà essere lo strumento utilizzato al fine di investire in progetti pianificati e strutturati che consentano lo sviluppo dell'azienda e l'anticipo fatture e il portafoglio classico al fine di gestire l'operatività aziendale di breve periodo. Il fido di cassa, invece, strumento con grado di rischio elevato per la banca e finalizzato alla gestione ordinaria causata da mancanza di liquidità, quindi privo di finalità operative o strategiche aziendale verrà diluito e, infine, eliminato. In pratica l'azienda deve imparare ad organizzare la propria gestione finanziaria ( e non solo) al fine di avere un equilibrio di breve e medio-lungo periodo. Una gestione più lungimirante, più efficiente, preventiva e str

DUE GRANDI RISCHI PER I MERCATI

Larry Hatheway  chief economist della GAM Holding AG a Zurigo ha rilasciato un'intervista a Bloomberg nella quale dichiara che ci sono grandi rischi per i mercati azionari e, come sempre, tali rischi rappresentano anche un'opportunità  interessante. Nello specifico Hatheway dichiara che il mercato azionario è cresciuto molto e che oggi si è ad un bivio e, secondo lui, ci sono 2 fattori che nell'arco di tre - sei mesi faranno crollare il mercato. Il primo fattore-rischio viene dalla Cina . Oltre slle ben nota criticità della situazione finanziaria il rallentamento della crescita sta spingendo le autorità cinesi a ridurre il credito. Secondo Hatheway questa eventualità non è ancora stata prevista e scontata dal mercato. Il secondo fattore-rischio è l'inflazione . Inflazione che secondo lo strategist verrà dagli Usa, dal'Europa o dal Giappone. In tutte le zone la produttività è ai massimi ed è difficile che la crescita economica possa continuare con inflazione

ITALIA: UN FUTURO SEMPRE PIU' A RISCHIO

Come già anticipato la lettera dall'Europa è arrivata. Ed è stata esattamente come ci si aspettava: ha segnalato la non adeguatezza della manovra e l'ammanco di 3,5-4 miliardi. Dato che ci sono le elezioni non ha voluto affondare il colpo, ma dopo il voto certamente gli italiani (sempre ignari di ogni cosa e pronti a subire qualsiasi vessazione) dovranno sopportare un bagno di sangue. Non ci sarà solo l'ammanco di 4 miliardi, ma ci sarà il vincolo per ridurre un debito pubblico che ha raggiunto livelli da intervento in stile Troika. Come al solito l'Italia fa la furba. Il nostro PIL si è deciso di aumentarlo dell'ipotetico sommerso; un dato assolutamente aleatorio visto la mancanza di riscontri oggettivi e dimostrabili e viste le importanti differenze di importi delle varie analisi presenti sul mercato. Dunque il nostro debito pubblico se consideriamo il PIL reale non è al 130% bensì al 153%. L'intervento della Troika in Grecia avvenne con il 140% di debito.

BCE ALL'ATTACCO: RISCHI PER BANCHE E AZIENDE

La BCE vuole dare una svolta decisa e definitiva al buonismo imperante nelle difficoltà del sistema bancario. E lo ha fatto proponendo nuove regole per le sofferenze bancarie . Più precisamente le proposte della BCE sono: NPL (net performing load) o sofferenze o crediti deterioreati. La BCE vorrebbe che i nuovi crediti deteriorati venissero risolti entro 2 anni se senza garanzie ed entro 5 anni se con garanzia. Inoltre, vorrebbe che fossero risolti anche i vecchi crediti in carico alle banche entro un certo lasso di tempo Al di là degli aspetti concettuali, sociali o quant'altro si voglia far risaltare, se applicati questi cambiamenti nella sostanza avrebbero degli effetti notevoli. Le conseguenze del primo punto sarebbero devastanti per il sistema bancario (probabilmente avremo una serie di Bail In) e per le aziende. Per molte banche sarebbe insostenibile dover annullare in tempi limitati le proprie sofferenze. Ricordiamo i disastri delle banche venete e di MPS , e q

DOPO CREVAL ECCO BANCA CARIGE

Banca Carige è da tempo in situazione di difficoltà e la BCE aveva imposto entro la fine del 2017 un aumento di capitale di 560 milioni di euro. Sembrava tutto fatto, ma ieri (perdita dell'11% in borsa) il consorzio di garanzia non ha trovato l'accordo per procedere a tale aumento. Titolo sospeso in borsa in attesa di comunicazione. Sembra che l'idea sia quella di chiedere alla BCE una proroga fino a marzo 2018. In caso contrario si aprirebbe una crisi che porterebbe con molta probabilità ad una situazione simile ad altre che già abbiamo conosciuto. Quindi, le banche in grave difficoltà di cui non si parla e non si portano a conoscenza i fatti a livello pubblico sono diventate 2 nel giro di pochi giorni: il Credito Valtellinese e Banca Carige. Vedremo le prossime acrobazie che inventeranno Il Grafico è esemplificativo dell'azzeramento del valore della banca che da € 8,85 dell'aprile 2014 è passata al valore di € 0,147; per di più sospesa in borsa. Un&

LETTERA DI RICHIAMO DALL'EUROPA

L'Europa invierà al nostro governo il giorno 22 novembre una lettera nella quale richiamerà l'attenzione sull'ultima manovra effettuata dall'Italia. In pratica dovrebbero bocciare la manovra fatta dal governo e indicarne l'inadeguatezza. A quanto pare sembra che in questa manovra ci sia un ammanco di circa 3,5 miliardi di euro che il governo dovrebbe quindi coprire. È facile pensare che troveranno un accordo per cui il bagno di sangue per coprire queste ed altre mancanze verrà rimandato a dopo le elezioni. E dopo le elezioni vi sarà il vero salasso di cui nessuno parlerà durante la campagna elettorale.

LA CINA SCRICCHIOLA......E LE BORSE SCENDONO

La Cina è il futuro, ma anche il presente non ci sono dubbi; ma ciò non toglie che vi possano essere dei momenti durante i quali i numeri non sono in linea con quanto si sperava. Inoltre, dobbiamo ricordare che il debito pubblico cinese è intorno al 260%. Da tempo si conosce la situazione del credito cinese e le sue difficoltà; e più volte è stato ipotizzata una possibile crisi finanziaria nel paese del dragone che avrebbe effetti su tutto il resto del mondo.  E i dati dell'ultimo periodo fanno scattare l'allarme riguardo alle ipotesi sopra indicate. S&P ha declassato il rating del debito cinese, l'economia è in rallentamento e i debiti sia dei privati che delle aziende è ai massimi e, per di più, mal distribuiti. Abbiamo grandi aziende come la Han, che ha praticamente salvato la Deutsche Bank (diventandone il primo socio), che ha un indebitamento enorme. Le vendite al dettaglio sono in calo e lo stesso vale per la produzione industriale. La stessa Banca

IL RISCHIO ITALIA

Chiaramente l'Italia va benissimo e, visto le imminenti elezioni, andrà sempre meglio, così almeno diranno. Ma la realtà è ben altra e varie società di analisi hanno iniziato ad evidenziare le problematiche del bel paese. L'aumento del valore dell'Euro è un problema perchè l'esportazione italiana, nonostante si creda a dati differenti dalla realtà, è per il 60% fatta da prodotti low cost e, quindi soggetti alla concorrenza del prezzo. E questo creerà un calo delle nostre vendite all'estero che costituiscono il traino del nostro PIL. Anche perchè queste vendite sono rivolte verso paesi emergenti con monete che si stanno svalutando rispetto all'Euro. Sinceramente, non credo che duri a lungo, ma nei prossimi sei mesi potremmo soffrire questa situazione. Da gennaio il QE della BCE si dimezzerà : passerà da 60 miliardi a soli, si fa per dire, 30 miliardi. Le analisi ci dicono che che la BCE da gennaio acquisterà solo il 19% dei nostri titoli di stato. Soprattutt

CRESCITA IN RALLENTAMENTO

La commissione europea ha pubblicato le previsioni di crescita per l'Europa e per l'Italia. L'Italia dopo un buon 2017 vedrà ridursi la crescita sia nel 2018 e ancor di più nel 2019. Resteremo il fanalino di coda  dell'Europa e, quindi, si può prevedere una difficoltà per tutti gli equilibri del nostro paese: disoccupazione, debito pubblico, deficit, maggior tassazione,.......sarà tutto in peggioramento. Da non sottovalutare l'aspetto del nostro debito pubblico. La crescita in rallentamento porterà meno fiducia e più difficoltà nel rinnovare i titoli di stato dovendo offrire tassi più elevati per essere appetibili. Tutta Europa dovrebbe avere una crescita inferiore all'attuale nei prossimi anni. Il paese europeo con maggior crescita è Malta: +5,6% nel 2017, 4,9% nel 2018.

UN ALTRA BANCA SULL'ORLO DEL TRACOLLO

Come sempre sostenuto le nostre banche non sono sane e sono piene di scheletri nell'armadio. I media e la comunicazione del "potere" si prodiga nel dichiarare che il peggio è passato, che oramai il sistema bancario ha ammortizzato i crediti deteriorati e che si può considerare risanato. Ma poi i nodi vengono al pettine. Ed improvvisamente, con una perdita in borsa del 14% e conseguente sospensione dalle contrattazioni, scoppia il caso CREVAL (credito valtellinese) . I rumors sembrano trovare conferma. Il CDM si dovrebbe riunire per deliberare un aumento di capitale. C'è chi ipotizza 500 milioni di aumento, chi 600 milioni, ma tale importo coprirebbe solo una parte degli NPL (net performing loans - crediti deteriorati). Sembra che la BCE abbia imposto alla banca accantonamenti per 1,3 miliardi per il 2018 e 2,6 miliardi per il 2019. Quindi, esattamente come previsto, il tema dei crediti deteriorati e delle difficoltà del nostro sistema bancario. Non è il primo

Obbligazioni in valuta

Le obbligazioni in euro non rendono nulla, anzi i titoli tedeschi, olandesi e le emissioni della Bei hanno rendimenti negativi; anche a 5 anni. Questa è l’amara realtà e l’assurdità di chi insensatamente tiene i tassi a zero e continua a stampare moneta. Ecco allora che per ottenere rendimenti interessanti si deve correre qualche rischio e ci si deve rivolgere ad altre tipologie di investimento nel campo delle obbligazioni. In questo momento con l’euro sui massimi dell’anno e in corrispondenza di forti resistenze scegliere un’obbligazione in valuta può essere una diversificazione interessante e di soddisfazione. Le valute più interessanti sono la lira turca, il rand sudafricano, i real brasiliano e il pesos messicano. In questo momento si trovano su livelli bassi e, quindi si acquistano obbligazioni ad un cambio decisamente favorevole e con prospettive interessanti. E’ sempre da ricordare che se si assume il rischio cambio non si deve avere il rischio emittente. E’

BREAK EVEN DI CASSA: VIVERE O MORIRE

Molte PMI si concentrano sul break even (punto di pareggio) a livello generale. Cercano di comprendere quanto fatturato avere, in funzione dei margini, al fine di riuscire a coprire i costi. Da quel punto in poi si inizia a guadagnare, naturalmente. Ma ciò che difficilmente viene analizzato, strutturato e realizzato in un sistema pratico nell’azienda è il break even di cassa. Break even importantissimo perchè o si hanno soldi in cassa, in banca o si è sulla via del non ritorno. Molte difficoltà dell’azienda derivano da una carenza di liquidità. Carenza dovuta nella maggior parte dei casi ad una pessima organizzazione della gestione tesoreria e alla  mancanza di una struttura programmatica-previsionale delle situazioni e dei periodo nei quali si avrà tale minor liquidità. E dovuta al fatto che la maggior parte degli imprenditori che incontro pensano solo al fatturato. Ma di fatturato si può morire. Quando aumenti il fatturato aumenti anche il probema della liquidità, e se

MPS si chiama truffa ma si vende come salvataggio

28 OTTOBRE 2017 Ebbene si; i nodi vengono sempre al pettine. MPS è stata salvata con i soldi dei contribuenti e con l’approvazione dell’Europa;  storcendo il naso ma accettando il piano del Governo italiano. Ed ora MPS, in tutta velocità, è (così dicono) stata ripulita ed immediatamente quotata in borsa. A chiedere ancora soldi al mercato. E il mercato glieli ha dati. Il 25 ottobre 2017 è stato il gran giorno del rientro. L’ultima quotazione era stata di 15,08. Ha riaperto a 4,10 con una variazione del 10,9% e un’oscillazione di circa il 29% (massimo a 5,26). La chiusura a 4,55. Il bello di questa operazione è che lo Stato ha pagato 6,49 ad azione con una bella perdita rispetto ai 4,55 della chiusura. Circa un 30% in meno. Ma ancora peggio è andata ai risparmiatori. Ai possessori delle obbligazioni  subordinate. L’operazione che avrebbe dovuto essere la panacea e la soluzione fantastica per chi aveva prestato soldi alla banca si è dimostrata, come volevasi dimostrare, un

IL RAPPORTO AZIENDA BANCA – COME CAMBIA

30 OTTOBRE 2017 La maggior parte delle PMI italiane non riesce a modificare il proprio rapporto con le banche. O meglio, non riesce a rapportarsi e ad approcciarsi con le nuove modalità richieste, in virtù dei cambiamenti avvenuti nel sistema finanziario italiano ed europeo. Il Life motiv delle aziende è che le banche non danno soldi e non finanziano il sistema delle imprese.   La realtà ci dice che quotidianamente tantissime PMI vengono finanziate e il sistema bancario eroga credito sotto forma di finanziamenti  e affidamenti. Allora qual è il problema ? Semplice : le aziende operano e si rapportano con le banche allo stesso identico modo di come hanno fatto per 20 anni  anzichè aver modificato il loro approccio alla banca come necessario oggi in funzione di nuovi parametri e nuove modalità di erogazione del credito. In sostanza, l’imprenditore o chi per lui in azienda è ancora legato alle  vecchie dinamiche ; va in banca in modo sprovveduto a chiedere soldi e, spes

EURO IN CALO....DOPO LA BCE

30 OTTOBRE 2017 La BCE ha annunciato la riduzione del QE da 60 miliardi mensili a 30 miliardi e, nello stesso tempo, ha allungato il periodo che avrebbe dovuto terminare a dicembre 2017, fino a settembre 2018. Inoltre, ha comunicato che i tassi rimarranno bassi ancora per un anno e anche oltre;  a meno chè l’inflazione non salga ai livelli del più volte citato 2%. Quindi,  l’euro dovrebbe perdere in rapporto a molte valute .  A partire dal dollaro che ha nei titoli Usa espressi in tale moneta rendimenti decisamente superiori  e che sconta una ripresa ben superiore a quella europea. Ma quasi tutte le valute esprimono rendimenti superiori alla nostra con economie che non sono certo peggio di quella europea. I titoli in dollari rendono oltre il 2%, il 10% in lira turca, 8% in rand sudafricani e real brasiliani, il 7% in rubli e pesos messicani. All’indomani della decisione della BCE tutte le valute hanno visto un recupero sull’euro. Oltre al dollaro, il rand sudafricano,