Passa ai contenuti principali

BCE ALL'ATTACCO: RISCHI PER BANCHE E AZIENDE

La BCE vuole dare una svolta decisa e definitiva al buonismo imperante nelle difficoltà del sistema bancario. E lo ha fatto proponendo nuove regole per le sofferenze bancarie .

Più precisamente le proposte della BCE sono:


  • NPL (net performing load) o sofferenze o crediti deterioreati. La BCE vorrebbe che i nuovi crediti deteriorati venissero risolti entro 2 anni se senza garanzie ed entro 5 anni se con garanzia. Inoltre, vorrebbe che fossero risolti anche i vecchi crediti in carico alle banche entro un certo lasso di tempo

Al di là degli aspetti concettuali, sociali o quant'altro si voglia far risaltare, se applicati questi cambiamenti nella sostanza avrebbero degli effetti notevoli.

Le conseguenze del primo punto sarebbero devastanti per il sistema bancario (probabilmente avremo una serie di Bail In) e per le aziende. Per molte banche sarebbe insostenibile dover annullare in tempi limitati le proprie sofferenze. Ricordiamo i disastri delle banche venete e di MPS , e quelli odierni di Creval e Banca Carige, è facile immaginare cosa potrebbe accadere se si realizzasse la volontà della banca centrale europea.

Inoltre, si avrebbe un effetto immediato sulla concessione del credito alle aziende. Molta più rigidità e per molti vi sarebbe la richiesta da parte degli istituti di credito di rientri veloci dagli affidamenti in essere. La carenza di liquidità vorrebbe dire default per molte PMI.

Dal punto di vista logico ed economico la richiesta della BCE è ineccepibile; non si possono portare all'infinito in bilancio crediti inesigibili e, ormai, con valore nullo e possibilità di recupero azzerate. Ciò non toglie che gli effetti sarebbero disastrosi; soprattutto per l'Italia che ha in pancia il 40% del totale dei crediti deteriorati europei.


In pratica la BCE vuole che i nuovi crediti inesigibili siano messi a perdita entro termini prestabiliti e che le sofferenze del passato trovino una soluzione definitiva e non si rimandi ancora.

E' come dire: ok, vi ho lasciato tutto il tempo che volevate, ho fatto finta di niente, ma adesso è ora di darci un taglio.

E quindi ? Cosa significa tutto ciò per le aziende ? Soprattutto per le PMI ?

Semplice. Le nuove regole porteranno certamente ad una stretta sugli affidamenti, ad una carenza di liquidità per le aziende e a ridurre sempre più il rischio maggiore per il sistema bancario: il fido di cassa. 

Non è solo tutto negativo. C'è sempre il bicchiere mezzo pieno. Infatti, indirettamente, le nuove regole costringeranno le aziende ad un nuovo salto di qualità nella gestione aziendale e, soprattutto, finanziaria. 

Sempre più il rapporto bancario dipenderà dalla capacità dell'azienda di gestire le risorse, di prevederne le difficoltà in largo anticipo, di programmare meglio i propri flussi di cassa. 

Sempre meno improvvisazione e più dati, più analisi, più metodo, più programmazione. Più qualità nella gestione finanziaria e aziendale, nella comunicazione e nella trasparenza aziendale.

Se passeranno queste regole, e ci sono molte probabilità visto le nuove governance all'orizzonte (Austria e Germania in primis e cariche europee in scadenza), e se le PMI non sapranno adeguarsi velocemente alle nuove modalità operative, subiranno l'ennesima selezione di questi ultimi dieci anni.

E' meglio prepararsi sin d'ora; la storia ci ha insegnato che....... globalizzazione, internet, crisi del 2008.......pensarci dopo nella speranza che le cose non accadano è sempre troppo tardi. 









Commenti

Post popolari in questo blog

EUROPA: CRESCITA NON CREDIBILE. ECCO PERCHE'

Aggiungi didascalia Ieri ci sono stati dati che i telegiornale hanno subito portato a conoscenza in modo entusiasta. La recessione è già finita e si torna a crescere. Il governo si prende i meriti di una manovra non ancora iniziata. In effetti l'Europa ha dimostrato una crescita superiore alle aspettative (+0,4%) nel primo trimestre e anche in Italia il PIL trimestrale è risultato pari ad un +0,2% contro attese di -0,1%. Ma i mercati non hanno brindato ai risultati e vediamo il perchè. I dati che hanno, relativamente sorpreso, non sono stati dati dalla domanda interna e, anzi, i consumi interni calano. Ieri in Francia -0,1% i consumi. Inoltre, la produzione, ad esempio, in Italia a marzo è -1% su febbraio e ad aprile è -0,5% su marzo. Questo porterà ad un calo del seconso semestre pari a -0,9%; e non è meglio in Europa. Ma dobbiamo considerare i numeri mondiali visto che siamo nella globalizzazione. I numeri ci dicono che di circa 80.000 miliardi di PIL mondiale circa 4...

Obbligazioni in valuta

Le obbligazioni in euro non rendono nulla, anzi i titoli tedeschi, olandesi e le emissioni della Bei hanno rendimenti negativi; anche a 5 anni. Questa è l’amara realtà e l’assurdità di chi insensatamente tiene i tassi a zero e continua a stampare moneta. Ecco allora che per ottenere rendimenti interessanti si deve correre qualche rischio e ci si deve rivolgere ad altre tipologie di investimento nel campo delle obbligazioni. In questo momento con l’euro sui massimi dell’anno e in corrispondenza di forti resistenze scegliere un’obbligazione in valuta può essere una diversificazione interessante e di soddisfazione. Le valute più interessanti sono la lira turca, il rand sudafricano, i real brasiliano e il pesos messicano. In questo momento si trovano su livelli bassi e, quindi si acquistano obbligazioni ad un cambio decisamente favorevole e con prospettive interessanti. E’ sempre da ricordare che se si assume il rischio cambio non si deve avere il rischio emittente. E’...

ATTENZIONE AI BTP E ALLA CLAUSOLA DI AZIONE COLLETTIVA

L'Europa sta preparando la stretta per dopo le elezioni. Francia, Germania e BCE sono tutti d'accordo. Il debito italiano è a rischio e tale rischio non deve pesare sulle spalle delle banche; meglio spostare il rischio ai risparmiatori italiani. Quindi, le banche italiane dovranno liberarsi dell'eccesso di BTP nei loro portafogli. Negli ultimi anno nei loro asset, gli istituti italiani sono passati dal 4% al 10%-12% di possesso di BTP. Devono ridurre questi numeri. E allora, ultimamente, in previsione della stretta che imporrà l'Europa, stanno offrendo BTP alla propria clientela, BTP anche con rendimenti netti in perdita, ma venduti informando solo della misera cedola. Ricordiamo che il debito pubblico italiano è a rischio (anche se venduto come qualcosa di sicuro) e tale è considerato dai mercati che sperano sempre nella garanzia della BCE. Ma ciò che si deve considerare è la clausola di azione collettiva; una legge europea sui titoli di stato attiva dal 2013 e di ...