La Cina è il futuro, ma anche il presente non ci sono dubbi; ma ciò non toglie che vi possano essere dei momenti durante i quali i numeri non sono in linea con quanto si sperava. Inoltre, dobbiamo ricordare che il debito pubblico cinese è intorno al 260%.
Da tempo si conosce la situazione del credito cinese e le sue difficoltà; e più volte è stato ipotizzata una possibile crisi finanziaria nel paese del dragone che avrebbe effetti su tutto il resto del mondo.
E i dati dell'ultimo periodo fanno scattare l'allarme riguardo alle ipotesi sopra indicate.
S&P ha declassato il rating del debito cinese, l'economia è in rallentamento e i debiti sia dei privati che delle aziende è ai massimi e, per di più, mal distribuiti. Abbiamo grandi aziende come la Han, che ha praticamente salvato la Deutsche Bank (diventandone il primo socio), che ha un indebitamento enorme. Le vendite al dettaglio sono in calo e lo stesso vale per la produzione industriale.
La stessa Banca Centrale ha allertato sulla possibilità di una crisi economica nel 2018. Questi fattori stanno provocando anche una fuga di capitali e quindi, si ipotizza un aumento dei tassi al fine di trattenerli e limitarne la fuori uscia. Non a caso i rendimenti dei bond decennali si sono alzati in modo deciso nell'ultimo periodo.
Abbiamo visto reazioni immediate sull'azionario e sull'obbligazionario. Soprattutto sui bond ad alto rischio definiti spazzatura.
Il calo di questi ultimi giorni denota nervosismo. Si comprende che siamo sui massimi, esistono difficoltà oggettive affinchè vi possa essere un ulteriore aumento delle quotazioni dei titoli e degli indici, il rapporto p/e è elevato sia sull'indice S&P 500 Usa sia sul Dax tedesco, l'economia nel 2018 rallenterà e alcune situazioni finanziarie sono state messe in naftalina, ma non risolte e , quindi al primo soffio di vento tornano protagoniste.
Si deve porre molta attenzione ai cali di questi giorni per cercare di comprendere di cosa si tratta. A livello di analisi tecnica attualmente siamo in una fase di storno, ma alcuni criticità a livello macro potrebbero indurre a pensare che ci possa essere un cambiamento di trend; anche in considerazione del fatto che non avremo il bazooka della Fed e della Bce a difendere le posizioni come accaduto negli ultimi anni.
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