Come già anticipato la lettera dall'Europa è arrivata. Ed è stata esattamente come ci si aspettava: ha segnalato la non adeguatezza della manovra e l'ammanco di 3,5-4 miliardi.
Dato che ci sono le elezioni non ha voluto affondare il colpo, ma dopo il voto certamente gli italiani (sempre ignari di ogni cosa e pronti a subire qualsiasi vessazione) dovranno sopportare un bagno di sangue.
Non ci sarà solo l'ammanco di 4 miliardi, ma ci sarà il vincolo per ridurre un debito pubblico che ha raggiunto livelli da intervento in stile Troika. Come al solito l'Italia fa la furba. Il nostro PIL si è deciso di aumentarlo dell'ipotetico sommerso; un dato assolutamente aleatorio visto la mancanza di riscontri oggettivi e dimostrabili e viste le importanti differenze di importi delle varie analisi presenti sul mercato. Dunque il nostro debito pubblico se consideriamo il PIL reale non è al 130% bensì al 153%. L'intervento della Troika in Grecia avvenne con il 140% di debito.
Non esistono alternative alla riduzione del debito pubblico: o si riduce drasticamente la spesa pubblica oppure per l'ennesima volta si aumentano le entrate. Considerando che nessun partito vuole ridurre la spesa è chiaro che si agirà dal lato delle entrate. Questo significa ulteriore aumento di tasse. Le proposte sulla tassa sulle successioni e sule donazioni sono già state presentate in parlamento, così come l'aumento dell'Iva e l'aumento delle accise. Sempre ben presente e con progetti molto chiari è un ulteriore patrimoniale che dovrebbe colpire tutto il risparmio degli italiani e la casa che è un sempreverde.
Nel caso questo non bastasse potremmo essere costretti ad applicare la clausola di azione collettiva che è la legge europea per la quale è possibile ridurre il debito pubblico con una ristrutturazione che comporta la perdita del 50% del capitale investito in titoli di stato.
Quindi, è bene sapere che se nessun partito proporrà una riduzione della spesa pubblica che comporterebbe una diminuzione della burocrazia, del parassitismo e dell'eccesso di interventismo dello stato si sarà sottoposti ad una nuova vessazione che minerà il benessere degli italiani ancor più di quanto sia già stato fatto
Dato che ci sono le elezioni non ha voluto affondare il colpo, ma dopo il voto certamente gli italiani (sempre ignari di ogni cosa e pronti a subire qualsiasi vessazione) dovranno sopportare un bagno di sangue.
Non ci sarà solo l'ammanco di 4 miliardi, ma ci sarà il vincolo per ridurre un debito pubblico che ha raggiunto livelli da intervento in stile Troika. Come al solito l'Italia fa la furba. Il nostro PIL si è deciso di aumentarlo dell'ipotetico sommerso; un dato assolutamente aleatorio visto la mancanza di riscontri oggettivi e dimostrabili e viste le importanti differenze di importi delle varie analisi presenti sul mercato. Dunque il nostro debito pubblico se consideriamo il PIL reale non è al 130% bensì al 153%. L'intervento della Troika in Grecia avvenne con il 140% di debito.
Non esistono alternative alla riduzione del debito pubblico: o si riduce drasticamente la spesa pubblica oppure per l'ennesima volta si aumentano le entrate. Considerando che nessun partito vuole ridurre la spesa è chiaro che si agirà dal lato delle entrate. Questo significa ulteriore aumento di tasse. Le proposte sulla tassa sulle successioni e sule donazioni sono già state presentate in parlamento, così come l'aumento dell'Iva e l'aumento delle accise. Sempre ben presente e con progetti molto chiari è un ulteriore patrimoniale che dovrebbe colpire tutto il risparmio degli italiani e la casa che è un sempreverde.
Nel caso questo non bastasse potremmo essere costretti ad applicare la clausola di azione collettiva che è la legge europea per la quale è possibile ridurre il debito pubblico con una ristrutturazione che comporta la perdita del 50% del capitale investito in titoli di stato.
Quindi, è bene sapere che se nessun partito proporrà una riduzione della spesa pubblica che comporterebbe una diminuzione della burocrazia, del parassitismo e dell'eccesso di interventismo dello stato si sarà sottoposti ad una nuova vessazione che minerà il benessere degli italiani ancor più di quanto sia già stato fatto
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