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Visualizzazione dei post da ottobre, 2017

Obbligazioni in valuta

Le obbligazioni in euro non rendono nulla, anzi i titoli tedeschi, olandesi e le emissioni della Bei hanno rendimenti negativi; anche a 5 anni. Questa è l’amara realtà e l’assurdità di chi insensatamente tiene i tassi a zero e continua a stampare moneta. Ecco allora che per ottenere rendimenti interessanti si deve correre qualche rischio e ci si deve rivolgere ad altre tipologie di investimento nel campo delle obbligazioni. In questo momento con l’euro sui massimi dell’anno e in corrispondenza di forti resistenze scegliere un’obbligazione in valuta può essere una diversificazione interessante e di soddisfazione. Le valute più interessanti sono la lira turca, il rand sudafricano, i real brasiliano e il pesos messicano. In questo momento si trovano su livelli bassi e, quindi si acquistano obbligazioni ad un cambio decisamente favorevole e con prospettive interessanti. E’ sempre da ricordare che se si assume il rischio cambio non si deve avere il rischio emittente. E’

BREAK EVEN DI CASSA: VIVERE O MORIRE

Molte PMI si concentrano sul break even (punto di pareggio) a livello generale. Cercano di comprendere quanto fatturato avere, in funzione dei margini, al fine di riuscire a coprire i costi. Da quel punto in poi si inizia a guadagnare, naturalmente. Ma ciò che difficilmente viene analizzato, strutturato e realizzato in un sistema pratico nell’azienda è il break even di cassa. Break even importantissimo perchè o si hanno soldi in cassa, in banca o si è sulla via del non ritorno. Molte difficoltà dell’azienda derivano da una carenza di liquidità. Carenza dovuta nella maggior parte dei casi ad una pessima organizzazione della gestione tesoreria e alla  mancanza di una struttura programmatica-previsionale delle situazioni e dei periodo nei quali si avrà tale minor liquidità. E dovuta al fatto che la maggior parte degli imprenditori che incontro pensano solo al fatturato. Ma di fatturato si può morire. Quando aumenti il fatturato aumenti anche il probema della liquidità, e se

MPS si chiama truffa ma si vende come salvataggio

28 OTTOBRE 2017 Ebbene si; i nodi vengono sempre al pettine. MPS è stata salvata con i soldi dei contribuenti e con l’approvazione dell’Europa;  storcendo il naso ma accettando il piano del Governo italiano. Ed ora MPS, in tutta velocità, è (così dicono) stata ripulita ed immediatamente quotata in borsa. A chiedere ancora soldi al mercato. E il mercato glieli ha dati. Il 25 ottobre 2017 è stato il gran giorno del rientro. L’ultima quotazione era stata di 15,08. Ha riaperto a 4,10 con una variazione del 10,9% e un’oscillazione di circa il 29% (massimo a 5,26). La chiusura a 4,55. Il bello di questa operazione è che lo Stato ha pagato 6,49 ad azione con una bella perdita rispetto ai 4,55 della chiusura. Circa un 30% in meno. Ma ancora peggio è andata ai risparmiatori. Ai possessori delle obbligazioni  subordinate. L’operazione che avrebbe dovuto essere la panacea e la soluzione fantastica per chi aveva prestato soldi alla banca si è dimostrata, come volevasi dimostrare, un

IL RAPPORTO AZIENDA BANCA – COME CAMBIA

30 OTTOBRE 2017 La maggior parte delle PMI italiane non riesce a modificare il proprio rapporto con le banche. O meglio, non riesce a rapportarsi e ad approcciarsi con le nuove modalità richieste, in virtù dei cambiamenti avvenuti nel sistema finanziario italiano ed europeo. Il Life motiv delle aziende è che le banche non danno soldi e non finanziano il sistema delle imprese.   La realtà ci dice che quotidianamente tantissime PMI vengono finanziate e il sistema bancario eroga credito sotto forma di finanziamenti  e affidamenti. Allora qual è il problema ? Semplice : le aziende operano e si rapportano con le banche allo stesso identico modo di come hanno fatto per 20 anni  anzichè aver modificato il loro approccio alla banca come necessario oggi in funzione di nuovi parametri e nuove modalità di erogazione del credito. In sostanza, l’imprenditore o chi per lui in azienda è ancora legato alle  vecchie dinamiche ; va in banca in modo sprovveduto a chiedere soldi e, spes

EURO IN CALO....DOPO LA BCE

30 OTTOBRE 2017 La BCE ha annunciato la riduzione del QE da 60 miliardi mensili a 30 miliardi e, nello stesso tempo, ha allungato il periodo che avrebbe dovuto terminare a dicembre 2017, fino a settembre 2018. Inoltre, ha comunicato che i tassi rimarranno bassi ancora per un anno e anche oltre;  a meno chè l’inflazione non salga ai livelli del più volte citato 2%. Quindi,  l’euro dovrebbe perdere in rapporto a molte valute .  A partire dal dollaro che ha nei titoli Usa espressi in tale moneta rendimenti decisamente superiori  e che sconta una ripresa ben superiore a quella europea. Ma quasi tutte le valute esprimono rendimenti superiori alla nostra con economie che non sono certo peggio di quella europea. I titoli in dollari rendono oltre il 2%, il 10% in lira turca, 8% in rand sudafricani e real brasiliani, il 7% in rubli e pesos messicani. All’indomani della decisione della BCE tutte le valute hanno visto un recupero sull’euro. Oltre al dollaro, il rand sudafricano,