Passa ai contenuti principali

PIR: UN GRANDE AFFARE......PER LE RETI DI DISTRIBUZIONE.

EVVIVA!!! Sono arrivati i PIR (piani individuali di risparmio). Il nuovo paradiso per i risparmiatori. Il prodotto per tutti, per qualunque investitore. Il guadagno sicuro, il risparmio fiscale, esenzione dalle tasse di successione.......10 miliardi raccolti nel solo 2017 e le aspettative sono di 50 miliardi entro il 2021.

Quindi, tutto bellissimo, tutto fantastico.

Ma cosa sono e come funzionano i PIR ?

I PIR possono essere fondi, gestioni o semplicemente, conti titoli. Ciò che non si sa è che ogni persona se lo può anche costruire senza necessità di utilizzare fondi o gestioni.

L'importante è rispettare determinate caratteristiche: il 70% investito in imprese con sede in Italia e il 21% in strumenti emessi da aziende che non sono quotati al FTSE MIB. Infine, per ogni titolo non più del 10%. La famosa diversificazione del rischio.

Durata 5 anni senza disinvestire altrimenti perdi il vantaggio fiscale (unica situazione del genere al mondo) e accumulo annuale massimo di € 30.000

Cerchiamo di capire come investono:

  • E' un prodotto rischioso e a alta volatilità. Si investe su azioni, spesso con poco flottante e anche su strumenti non quotati.
  • Alto rischio: si stanno spostando miliardi di soldi dei risparmiatori sul rischio Italia. Cioè su un unico paese che non prevede e consente vie di fuga. Quindi non si considera il rischio paese. L'Italia resta un rating BBB a rischio declassamento in futuro.
  • Spese elevate: sia le spese di ingresso che le spese di performance sono una manna per le società di distribuzione e si mangiano il risparmio fiscale. Ma come sempre vendute bene con il giusto specchietto per le allodole la maggioranza degli investitori non se ne accorge.
  • Non vi è garanzia di capitale a scadenza. I miliardi entrati nei PIR hanno acquistato a prezzi elevati. Quindi, dopo 5 anni si potrebbe avere una situazione di spese salate pagate, perdita in conto capitale e nessun recupero fiscale in mancanza di guadagni.
  • É come un piano di accumulo: se devo scegliere di investire e fare un piano di accumulo, non lo faccio sull'Italia.
Quindi, si vende un fondo azionario al 70%, le reti di distribuzione incassano subito le commissioni di ingresso e ogni anno le altre commissioni (performance, gestione....) e mi assumo un rischio mercato e un rischio paese importante.

E' stato dimostrato che riguardo ai costi i PIR hanno spese più elevate degli altri fondi. Oltre alle commissioni di ingresso, che sono trattabili (anche se vista la magnificenza (venduta) del prodotto le persone trattano poco), arriviamo ad un 2,11% di commissioni di gestione, più le commissioni di performance. Ed è da sottolineare che l'80% dei PIR ha commissioni di performance.


Ma come sappiamo si deve sempre essere in 2 per fare i contratti. Chi propone e chi accetta. Se poi si accetta senza informarsi.....o meglio se chi ti informa è lo stesso oste che ti vende il vino.......il problema è di chi accetta tutto questo, non certo di chi vende.


Noi non costruiamo portafogli, ma prendiamo decisioni per cogliere opportunità.


www.finanzaestrategia.it 





Commenti

Post popolari in questo blog

Obbligazioni in valuta

Le obbligazioni in euro non rendono nulla, anzi i titoli tedeschi, olandesi e le emissioni della Bei hanno rendimenti negativi; anche a 5 anni. Questa è l’amara realtà e l’assurdità di chi insensatamente tiene i tassi a zero e continua a stampare moneta. Ecco allora che per ottenere rendimenti interessanti si deve correre qualche rischio e ci si deve rivolgere ad altre tipologie di investimento nel campo delle obbligazioni. In questo momento con l’euro sui massimi dell’anno e in corrispondenza di forti resistenze scegliere un’obbligazione in valuta può essere una diversificazione interessante e di soddisfazione. Le valute più interessanti sono la lira turca, il rand sudafricano, i real brasiliano e il pesos messicano. In questo momento si trovano su livelli bassi e, quindi si acquistano obbligazioni ad un cambio decisamente favorevole e con prospettive interessanti. E’ sempre da ricordare che se si assume il rischio cambio non si deve avere il rischio emittente. E’...

SENZA LIQUIDITÀ MERCATI IN RIBASSO

Si parla molto dei dazi (che esistono da sempre) e dei rapporti Cina-Usa che, certamente, potranno avere ripercussioni in futuro per giustificare il calo delle borse nel 2018; discesa che potrebbe continuare anche nel 2019.  Allo stesso modo si incolpa Trump e le sue politiche per trovare la causa del rallentamento economico mondiale in atto, ma la realtà è un'altra e consiste nella carenza di liquidità sui mercati. Per anni il mercato è stato drogato dall'immissione di liquidità da parte delle banche centrali mondiali creando squilibri finanziari e contribuendo a portare il debito mondiale al 330% del PIL mondiale senza, per di più, ottenere i risultati prefissi. L'impossibilità di continuare con tale nefasta strategia ha portato il sistema ad avere una crisi di liquidità con le conseguenze che si stanno vedendo: l'economia rallenta e gli indici hanno perso tra il 15% e il 20%.  Le trimestrali delle aziende iniziano a mostrare numeri deludenti e, s...

DOVE INVESTIRE NEI PROSSIMI ANNI

Ho appena letto un articolo nel quale uno dei guru di Wall Street ipotizzava tassi al 6% in Usa e boom delle materie prime . In pratica sosteneva che storicamente vi è sempre stata un'alternanza tra azioni e materie prime. Crescita dell'azionario e calo delle materie prime e viceversa. E si riferiva, ad esempio, alle ultime bolle e alle successive crisi. Dalle dot.com in poi. Provando a verificare i vari grafici tale teoria è vera per alcune materie prime ma non per tutte. Ma è uno spunto importante per trarre alcune considerazioni  che ci possono aiutare a muoverci sul mercato. Siamo molto vicini a un cambiamento del trend in essere . Se guardiamo l'ultimo mese in Europa il numero di titoli (dei maggiori indici) che ha avuto performance negative è circa il 60% rispetto al 40% di titoli con performance positive Dopo crescite così elevate nel momento del cambiamento mentre il sistema tende a far entrare i risparmiatori nelle tipologie di titoli che hanno performato m...