Passa ai contenuti principali

EUROPA: CRESCITA NON CREDIBILE. ECCO PERCHE'

Aggiungi didascalia
Ieri ci sono stati dati che i telegiornale hanno subito portato a conoscenza in modo entusiasta. La recessione è già finita e si torna a crescere. Il governo si prende i meriti di una manovra non ancora iniziata.

In effetti l'Europa ha dimostrato una crescita superiore alle aspettative (+0,4%) nel primo trimestre e anche in Italia il PIL trimestrale è risultato pari ad un +0,2% contro attese di -0,1%.

Ma i mercati non hanno brindato ai risultati e vediamo il perchè.

I dati che hanno, relativamente sorpreso, non sono stati dati dalla domanda interna e, anzi, i consumi interni calano. Ieri in Francia -0,1% i consumi. Inoltre, la produzione, ad esempio, in Italia a marzo è -1% su febbraio e ad aprile è -0,5% su marzo. Questo porterà ad un calo del seconso semestre pari a -0,9%; e non è meglio in Europa.

Ma dobbiamo considerare i numeri mondiali visto che siamo nella globalizzazione. I numeri ci dicono che di circa 80.000 miliardi di PIL mondiale circa 45.000 miliardi sono dati da Usa e Cina, quindi qualsiasi cosa accada non può prescindere da questi paesi.

Negli Usa si avuto un PIL trimestrale pari ad un +3,2% e in Cina +6,4% superiori enrtrambi alle previsioni rispettivamente di 2% e di 6,3%. Eppure il brindisi dell'euforia non c'è stato.

Negli Usa perchè l'analisi più approfondita evidenzia un PIL dovuto alla spesa pubblica con un dimezzamento della spesa per consumi (da 2,4% a 1,2%) e un dimezzamento degli investimenti (da 5,4% a 2,5%) e questo non trasmette certo fiducia per il futuro. Oltre ad un crescente problema del debito e del possibile deficit.
In Cina perchè vi è un problema di QE che, come qualche analista pensa, sembra essere perenne con tutte le conseguenze del caso, ma anche perchè i dati dei giornbi scorsi dimostrano che i pericoli non sono finiti; gli indici del manifutturiero e di fiducia sono in calo continuo.

Quindi, più che un'uscita dalla recessione come tanto reclamizzato, sembra un rimbalzo tecnico ( per usaere un termine borsistico) e, comunque, sembra ci si avvi verso una possibile stagnazione e non in direzione di una crescita che possa riportare fiducia.

Il sentiment, in questo momento manca di veri spunti che possano innescare una continuazione del trend di questo inizio anno.

Quando arriverà il ribasso ( perchè arriverà) sarà forte e più tarderà ad arrivare e più forte sarà.
Non illudiamoci che si possa continuare su questi livelli.





 




Commenti

Post popolari in questo blog

Obbligazioni in valuta

Le obbligazioni in euro non rendono nulla, anzi i titoli tedeschi, olandesi e le emissioni della Bei hanno rendimenti negativi; anche a 5 anni. Questa è l’amara realtà e l’assurdità di chi insensatamente tiene i tassi a zero e continua a stampare moneta. Ecco allora che per ottenere rendimenti interessanti si deve correre qualche rischio e ci si deve rivolgere ad altre tipologie di investimento nel campo delle obbligazioni. In questo momento con l’euro sui massimi dell’anno e in corrispondenza di forti resistenze scegliere un’obbligazione in valuta può essere una diversificazione interessante e di soddisfazione. Le valute più interessanti sono la lira turca, il rand sudafricano, i real brasiliano e il pesos messicano. In questo momento si trovano su livelli bassi e, quindi si acquistano obbligazioni ad un cambio decisamente favorevole e con prospettive interessanti. E’ sempre da ricordare che se si assume il rischio cambio non si deve avere il rischio emittente. E’...

ATTENZIONE AI BTP E ALLA CLAUSOLA DI AZIONE COLLETTIVA

L'Europa sta preparando la stretta per dopo le elezioni. Francia, Germania e BCE sono tutti d'accordo. Il debito italiano è a rischio e tale rischio non deve pesare sulle spalle delle banche; meglio spostare il rischio ai risparmiatori italiani. Quindi, le banche italiane dovranno liberarsi dell'eccesso di BTP nei loro portafogli. Negli ultimi anno nei loro asset, gli istituti italiani sono passati dal 4% al 10%-12% di possesso di BTP. Devono ridurre questi numeri. E allora, ultimamente, in previsione della stretta che imporrà l'Europa, stanno offrendo BTP alla propria clientela, BTP anche con rendimenti netti in perdita, ma venduti informando solo della misera cedola. Ricordiamo che il debito pubblico italiano è a rischio (anche se venduto come qualcosa di sicuro) e tale è considerato dai mercati che sperano sempre nella garanzia della BCE. Ma ciò che si deve considerare è la clausola di azione collettiva; una legge europea sui titoli di stato attiva dal 2013 e di ...