La guerra è iniziata da tempo, ma siamo ancora nel bel mezzo del conflitto.
Lo scontro è chiaro. I titoli di stato a 10 anni Usa rendono il 2,65% e i titoli di stato tedeschi rendono lo 0,60%. Una netta differenza a favore dei titoli americani. Una differenza che non dovrebbe dar adito ai dubbi sul fatto che il dollaro dovrebbe rafforzarsi rispetto alla moneta unica. Invece, da quando hanno iniziato ad aumentare i tassi negli Usa, cosa che avrebbe dovuto attirare capitali dall'Europa, l'Euro è tornato verso i massimi che non raggiungva dal 2014.
Tutto questo non ha niente a che fare con i fondametali e con la logica. I capitali dovrebbero spostarsi verso il maggior rendimento ( dollaro) e ridurre l'esposizione nei confronti della moneta meno conveniente.
Quindi, sembra che i mercati non credano alle parole di Draghi e siano convinti che alzerà i tassi. O meglio ancora, sembra che i mercati tenendo alto il rapporto euro/dollaro sembra che siano intenzionati a costringere Draghi ad alzare i tassi. O a esporsi in modo definitivo sulla fine del Qe e sull'acquisto di titoli di stato.
Draghi è pieno di dilemmi: aumentare i tassi significherebbe colpire i paesi deboli e indebitati come l'Italia rendendo difficoltosa la sostenibilità stessa del debito. Lo stesso effetto se non peggiore sarebbe la sospensione dell'acquisto-garanzia dei titoli dei paesi che ne abbisognano;e l'Italia è sempre in prima fila.
In effetti, l'euro forte potrebbe inficiare o, per lo meno, ridurre la già debole (diseguale) crescita europea. Se la moneta unica continuasse a mantenersi su valori elevati probabilmente gli stessi governi europei, a fronte di un rallentamento dell'economia, comincerebbero a fare pressioni su draghi affinchè intervenga.
Vedremo come terminerà questa situazione e che soluzione si adotterà per riuscire in ciò che è stata la prerogativa del mandato Draghi; salvare capra e cavoli. Ma più si avanza e più i nodi vengono al pettine e l'imbuto si stringe aumentando la difficoltà nell'operare senza scompensi. Qualsiasi scelta comporterà, rispetto al passato, delle conseguenze anche negative. Non ci resta che attendere.
Lo scontro è chiaro. I titoli di stato a 10 anni Usa rendono il 2,65% e i titoli di stato tedeschi rendono lo 0,60%. Una netta differenza a favore dei titoli americani. Una differenza che non dovrebbe dar adito ai dubbi sul fatto che il dollaro dovrebbe rafforzarsi rispetto alla moneta unica. Invece, da quando hanno iniziato ad aumentare i tassi negli Usa, cosa che avrebbe dovuto attirare capitali dall'Europa, l'Euro è tornato verso i massimi che non raggiungva dal 2014.
Tutto questo non ha niente a che fare con i fondametali e con la logica. I capitali dovrebbero spostarsi verso il maggior rendimento ( dollaro) e ridurre l'esposizione nei confronti della moneta meno conveniente.
Quindi, sembra che i mercati non credano alle parole di Draghi e siano convinti che alzerà i tassi. O meglio ancora, sembra che i mercati tenendo alto il rapporto euro/dollaro sembra che siano intenzionati a costringere Draghi ad alzare i tassi. O a esporsi in modo definitivo sulla fine del Qe e sull'acquisto di titoli di stato.
Draghi è pieno di dilemmi: aumentare i tassi significherebbe colpire i paesi deboli e indebitati come l'Italia rendendo difficoltosa la sostenibilità stessa del debito. Lo stesso effetto se non peggiore sarebbe la sospensione dell'acquisto-garanzia dei titoli dei paesi che ne abbisognano;e l'Italia è sempre in prima fila.
In effetti, l'euro forte potrebbe inficiare o, per lo meno, ridurre la già debole (diseguale) crescita europea. Se la moneta unica continuasse a mantenersi su valori elevati probabilmente gli stessi governi europei, a fronte di un rallentamento dell'economia, comincerebbero a fare pressioni su draghi affinchè intervenga.
Vedremo come terminerà questa situazione e che soluzione si adotterà per riuscire in ciò che è stata la prerogativa del mandato Draghi; salvare capra e cavoli. Ma più si avanza e più i nodi vengono al pettine e l'imbuto si stringe aumentando la difficoltà nell'operare senza scompensi. Qualsiasi scelta comporterà, rispetto al passato, delle conseguenze anche negative. Non ci resta che attendere.
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