Passa ai contenuti principali

LA MANOVRA ALLA RESA DEI CONTI: ECCO LE DATE

LA MANOVRA ALLA RESA DEI CONTI: ECCO LE DATE

Da lunedì inizia ufficialmente l'iter europeo della manovra italiana. Sarà un periodo non facile, che durerà oltre un mese arrivando a ridosso di dicembre e che avrà un'influenza notevole sui mercati.

Ma vediamo le date importanti. Si inizia da lunedì:

IL 15 OTTOBRE verrà inviata la legge di bilancio all'Europa

IL 22 OTTOBRE è il termine entro il quale la commissione europea dovrà comunicare le difformità riscontrate nella legge di bilancio
IL 29 OTTOBRE è il termine entro il quale la UE, se lo decidesse, dovrà respingere il progetto italiano; e dovrà farlo motivando la bocciatura per iscritto
IL 5 NOVEMBRE è il termine entro il quale se l'Italia non si adeguasse la UE farebbe pressioni per modificare la manovra
IL 19 NOVEMBRE, in caso di bocciatura è il termine entro il quale il governo italiano potrebbe presentare un nuovo progetto di bilancio
IL 10 DICEMBRE è il  termine entro il quale la UE dovrebbe esprimere il giudizio sul nuovo progetto
IL 13 DICEMBRE riunione della BCE che sancirà la fine dell'acquisto di bond. Soprattutto dei nostri BTP
IL 14 DICEMBRE riunione europea in cui si discuterà della situazione italiana nel caso non sia stata trovata una soluzione.

Quindi, ci aspetta un bel periodo di affermazioni, smentite, dichiarazioni, indiscrezioni, decisioni, aperture, contraddizioni.....cioè tutte quelle situazioni di incertezza che non piacciono ai mercati per il semplice motivo che non consentono di avere uno scenario chiaro per effettuare investimenti di ampio respiro.
Una situazione in cui tutto può accadere e in cui le montagne russe saranno all'ordine del giorno. Forti discese in caso di mancata soluzione-accordo con la UE e possibile rally(classico)  di fine anno in caso di accordo.

Commenti

Post popolari in questo blog

EUROPA: CRESCITA NON CREDIBILE. ECCO PERCHE'

Aggiungi didascalia Ieri ci sono stati dati che i telegiornale hanno subito portato a conoscenza in modo entusiasta. La recessione è già finita e si torna a crescere. Il governo si prende i meriti di una manovra non ancora iniziata. In effetti l'Europa ha dimostrato una crescita superiore alle aspettative (+0,4%) nel primo trimestre e anche in Italia il PIL trimestrale è risultato pari ad un +0,2% contro attese di -0,1%. Ma i mercati non hanno brindato ai risultati e vediamo il perchè. I dati che hanno, relativamente sorpreso, non sono stati dati dalla domanda interna e, anzi, i consumi interni calano. Ieri in Francia -0,1% i consumi. Inoltre, la produzione, ad esempio, in Italia a marzo è -1% su febbraio e ad aprile è -0,5% su marzo. Questo porterà ad un calo del seconso semestre pari a -0,9%; e non è meglio in Europa. Ma dobbiamo considerare i numeri mondiali visto che siamo nella globalizzazione. I numeri ci dicono che di circa 80.000 miliardi di PIL mondiale circa 4...

Obbligazioni in valuta

Le obbligazioni in euro non rendono nulla, anzi i titoli tedeschi, olandesi e le emissioni della Bei hanno rendimenti negativi; anche a 5 anni. Questa è l’amara realtà e l’assurdità di chi insensatamente tiene i tassi a zero e continua a stampare moneta. Ecco allora che per ottenere rendimenti interessanti si deve correre qualche rischio e ci si deve rivolgere ad altre tipologie di investimento nel campo delle obbligazioni. In questo momento con l’euro sui massimi dell’anno e in corrispondenza di forti resistenze scegliere un’obbligazione in valuta può essere una diversificazione interessante e di soddisfazione. Le valute più interessanti sono la lira turca, il rand sudafricano, i real brasiliano e il pesos messicano. In questo momento si trovano su livelli bassi e, quindi si acquistano obbligazioni ad un cambio decisamente favorevole e con prospettive interessanti. E’ sempre da ricordare che se si assume il rischio cambio non si deve avere il rischio emittente. E’...

ATTENZIONE AI BTP E ALLA CLAUSOLA DI AZIONE COLLETTIVA

L'Europa sta preparando la stretta per dopo le elezioni. Francia, Germania e BCE sono tutti d'accordo. Il debito italiano è a rischio e tale rischio non deve pesare sulle spalle delle banche; meglio spostare il rischio ai risparmiatori italiani. Quindi, le banche italiane dovranno liberarsi dell'eccesso di BTP nei loro portafogli. Negli ultimi anno nei loro asset, gli istituti italiani sono passati dal 4% al 10%-12% di possesso di BTP. Devono ridurre questi numeri. E allora, ultimamente, in previsione della stretta che imporrà l'Europa, stanno offrendo BTP alla propria clientela, BTP anche con rendimenti netti in perdita, ma venduti informando solo della misera cedola. Ricordiamo che il debito pubblico italiano è a rischio (anche se venduto come qualcosa di sicuro) e tale è considerato dai mercati che sperano sempre nella garanzia della BCE. Ma ciò che si deve considerare è la clausola di azione collettiva; una legge europea sui titoli di stato attiva dal 2013 e di ...