Il sistema bancario è sempre nell'occhio del ciclone. E sembra essere in forte difficoltà con rischi a livello di liquidità e capitalizzazione.
Non basta la perdita continua a causa del 10-12% di possesso di titoli di stato nel loro attivo che ha portato a perdite consistenti, ma a ciò si deve aggiungere il downgrade del settore da parte di Credit Suisse che ha definito le nostre banche a rischio a causa della situazione e della manovra finanziaria. Infatti, l'Istituto Svizzero ha calcolato un conto da quasi 10 miliardi per le banche causati dall'introduzione di limite nella legge di bilancio alla detrazione degli interessi delle banche.
Tutto questo ricade sui risparmiatori e i correntisti ed è un danno per le aziende.
Infatti, i costi della manovra saranno pagati dai correntisti attraverso costi maggiori da sopportare. Il governo si fa bello perché colpisce le odiate banche, ma in effetti si tratta di tasse occulte per tutti a causa del fatto che anziché aumentare le tasse alle persone vengono aumentate a banche e assicurazioni che indirettamente le faranno pagare a tutti noi.
Inoltre, i problemi di liquidità e di capitalizzazione modificano in negativo i parametri bancari costringendo le banche stesse a concedere meno credito alle aziende in un momento di rallentamento economico.
Tutto questo, da indiscrezioni pubblicate su alcuni giornali, ha portato la BCE ad essere in contatto continuo con le banche più importanti (Intesa San paolo, Unicredit Banco BPM, Ubi Banca, Mps, Mediobanca, Carige, Bper, Banca Pop. Sondrio, Credem) per controllare la situazione della liquidità e gli indici patrimoniali.
Il rischio che le banche debbano rivolgersi nuovamente al mercato per una ricapitalizzazione è alto e non sarebbe a buon mercato, anzi il prezzo sarebbe elevato.
Intanto c'è chi dice che quota 400 dello spread rappresenta il punto di rottura dell'equilibrio bancario con tutte le conseguenze del caso.
Vediamo fino a quando si vorrà tirare la corda. Ovviamente, sempre sulla pelle dei risparmiatori.
Non basta la perdita continua a causa del 10-12% di possesso di titoli di stato nel loro attivo che ha portato a perdite consistenti, ma a ciò si deve aggiungere il downgrade del settore da parte di Credit Suisse che ha definito le nostre banche a rischio a causa della situazione e della manovra finanziaria. Infatti, l'Istituto Svizzero ha calcolato un conto da quasi 10 miliardi per le banche causati dall'introduzione di limite nella legge di bilancio alla detrazione degli interessi delle banche.
Tutto questo ricade sui risparmiatori e i correntisti ed è un danno per le aziende.
Infatti, i costi della manovra saranno pagati dai correntisti attraverso costi maggiori da sopportare. Il governo si fa bello perché colpisce le odiate banche, ma in effetti si tratta di tasse occulte per tutti a causa del fatto che anziché aumentare le tasse alle persone vengono aumentate a banche e assicurazioni che indirettamente le faranno pagare a tutti noi.
Inoltre, i problemi di liquidità e di capitalizzazione modificano in negativo i parametri bancari costringendo le banche stesse a concedere meno credito alle aziende in un momento di rallentamento economico.
Tutto questo, da indiscrezioni pubblicate su alcuni giornali, ha portato la BCE ad essere in contatto continuo con le banche più importanti (Intesa San paolo, Unicredit Banco BPM, Ubi Banca, Mps, Mediobanca, Carige, Bper, Banca Pop. Sondrio, Credem) per controllare la situazione della liquidità e gli indici patrimoniali.
Il rischio che le banche debbano rivolgersi nuovamente al mercato per una ricapitalizzazione è alto e non sarebbe a buon mercato, anzi il prezzo sarebbe elevato.
Intanto c'è chi dice che quota 400 dello spread rappresenta il punto di rottura dell'equilibrio bancario con tutte le conseguenze del caso.
Vediamo fino a quando si vorrà tirare la corda. Ovviamente, sempre sulla pelle dei risparmiatori.
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Ufficio Analisi F&S
Nicola Argeo Mastropietro
Analisi Finanziarie Indipendenti
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