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I DATI CHE PREOCCUPANO

Questi sono i numeri europei che fanno paura. Draghi ebbe a dire ad aprile che il rallentamento dell'economia europea sarebbe stato di breve periodo e che in estate avremmo assistito ad una ripresa. In effetti, i dati raccontano un'altra storia. L'economia europea continua a rallentare, i numeri sono continuamente negativi, il sentimento di fiducia in discesa e per l'Italia ci sono analisti che cominciano a prevedere un ultimo trimestre del 2018 a crescita zero.

Ecco perchè prevedere che le borse europee possano guadagnare è un azzardo ed è, al momento,  un'idea priva di fondamenti macroeconomici.

E il peggio, probabilmente, deve ancora avvenire, soprattutto, per il nostro paese considerando che siamo si dovrà fare una finanziaria che richiede molte risorse e che, con la fine del QE della BCE, non ci si potrà indebitare ulteriormente.

La crescita, per di più, rallenta anche nei paesi emergenti.

In pratica, l'imbuto si sta restringendo e i nodi stanno venendo al pettine. Gli stati hanno le armi spuntate e sono i primi ad avere bisogno di essere salavti; le banche centrali non potrano sfruttare la politica monetaria per mancanza di margini operativi.
Forse, stamperanno ancora moneta inventando qualche altro meccanismo osceno.
Non resta che attendere, ma la tendenza sembra chiara e ben incanalata.


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