Passa ai contenuti principali

BITCOIN, TULIPANI, DOTCOM: ECCO COME NASCE LA BOLLA FINANZIARIA NELLA MENTE DEGLI INVESTITORI


Di Giovanni Birindelli
 
"Bitcoin, tulipani, dotcom: ecco come nasce la bolla finanziaria nella mente degli investitori. Effetto gregge". 

Equiparare bitcoin ai tulipani, o alle dotcom in generale, è una cosa che ci si può aspettare da parte di chi non dispone degli strumenti di base per comprendere né la struttura del libero mercato, e quindi la scienza economica, né bitcoin.

Queste equiparazioni sono equivalenti alla seguente di Paul Krugman, premio Nobel per l'economia: "Entro il 2005 sarà divenuto chiaro che l'impatto di Internet sull'economia sarà non superiore a quello del fax". Ricordiamoci quindi di questi articoli fra qualche anno, come oggi ci ricordiamo di queste parole di Krugman. 

L'aumento del prezzo dei tulipani fu espressione di un entusiasmo totalmente passeggero e per qualcosa che in nulla migliorava la struttura dell'economia. Il risultato di lungo termine fu che il prezzo di tutti i tulipani, nessuno escluso, ritornò al livello pre-entusiasmo. 

L'aumento del prezzo di borsa delle dotcom fu espressione di un entusiasmo per qualcosa che migliorava profondamente la struttura dell'economia. Per i business che migliorarono questa struttura in modo più efficiente (p. es. Amazon) quell'aumento di prezzo fu nulla rispetto a quello che avrebbero avuto nel lungo periodo. Gli altri business dotcom, quelli che pensavano bastasse avere un'etichetta per cambiare una struttura, fallirono, come era necessario e giusto che fosse.

L'aumento di prezzo di bitcoin è espressione di un entusiasmo per il ritorno del denaro di mercato 2.0: non censurabile, decentralizzato, non arbitrariamente inflazionabile, non controllabile da parte delle autorità, aggredibile da parte di queste ultime in modo molto difficile e sempre più costoso.

Per capire l'importanza strutturale sistemica del ritorno del denaro di mercato, occorre studiare la Scuola Austriaca di economia. Ma per intuire questa importanza basta osservare i diversi comportamenti dei governi e delle banche centrali di tutto il mondo in relazione a bitcoin. Se il prezzo di qualcosa fosse destinato ad andare a zero, perché preoccuparsi? Perché darsi un gran daffare per regolamentare, vietare, copiare, tassare, controllare, spiare quella cosa? 

Per intuire la risposta, basta riflettere sul fatto che se domani nessuno fosse obbligato con la forza a utilizzare il denaro di stato, il potere di acquisto di quest'ultimo (e con esso gran parte della capacità estorsiva della macchina statale stessa) scenderebbe velocemente, mentre il potere d'acquisto del denaro di mercato, reggendosi sulle libere scelte individuali e non sulla costrizione (cioè su basi reali, non artificiali), non avrebbe alcuna ragione di diminuire: al contrario.

Chi si preoccupa delle bolle, oggi che c'è bitcoin dovrebbe quindi preoccuparsi in primo luogo del potere d'acquisto dell'euro, o del dollaro e, in secondo luogo, dei prezzi finanziari determinati da questo potere d'acquisto e dai tassi d'interesse artificialmente bassi imposti da chi ha il monopolio legale di quel denaro. In altri termini, chi oggi si preoccupa delle bolle dovrebbe preoccuparsi delle bolle strutturali: quelle create dal monopolio legale della moneta.

Se bitcoin come esperimento dovesse avere successo, sarebbe lo spillo che fa scoppiare una buona parte di quelle bolle (o, meglio, che ne accelera lo scoppio: dalla scienza economica sappiamo infatti a priori e con assoluta certezza che quelle bolle scoppierebbero comunque, come peraltro è sempre avvenuto). Ma è anche di più: è una via di uscita individuale allo scoppio di quelle bolle. Altro che tulipani.

Tra qualche anno, una persona potrebbe scoprire di aver fatto parte del 'gregge' perché ha preso sul serio gli articoli della stampa economica mainstream mentre non ha preso sul serio bitcoin.

Commenti

Post popolari in questo blog

INVERSIONE DELLA CURVA UGUALE A RECESSIONE ?

Da venerdì scorso vi è stata un'inversione della curva dei rendimenti; il rendimento dei bond a dieci anni si è ridotto a 2,53% contro il quasi 2,70% di fine 2018 e lo spread tra rendimento a 3 mesi e 10 anni si ridotto al lumicino. Quando si verifica questa situazione ci siamo trovati spesso all'inizio di una recessione. E' successo molte volte anche se abbiamo avuto in passato, come al solito, l'eccezione che conferma la regola. Partiamo da un principio basilare: Quando una banca o uno stato deve fallire nessuna istituzione o esponente dell'establishment lo dirà fino a fallimento avvenuto; anzi lo negheranno fino all'ultimo. La stessa cosa è assolutamente verificabile nella storia avviene per quanto riguarda le recessioni. Sono sempre negate fino a recessione conclamate Questo per dire che non ci si devono prendere come oro colato le affermazioni di chi vuole sempre e comunque tranquillizzare. La Yellen (ex presidente della Fed) ha dichiarato c

EUROPA: CRESCITA NON CREDIBILE. ECCO PERCHE'

Aggiungi didascalia Ieri ci sono stati dati che i telegiornale hanno subito portato a conoscenza in modo entusiasta. La recessione è già finita e si torna a crescere. Il governo si prende i meriti di una manovra non ancora iniziata. In effetti l'Europa ha dimostrato una crescita superiore alle aspettative (+0,4%) nel primo trimestre e anche in Italia il PIL trimestrale è risultato pari ad un +0,2% contro attese di -0,1%. Ma i mercati non hanno brindato ai risultati e vediamo il perchè. I dati che hanno, relativamente sorpreso, non sono stati dati dalla domanda interna e, anzi, i consumi interni calano. Ieri in Francia -0,1% i consumi. Inoltre, la produzione, ad esempio, in Italia a marzo è -1% su febbraio e ad aprile è -0,5% su marzo. Questo porterà ad un calo del seconso semestre pari a -0,9%; e non è meglio in Europa. Ma dobbiamo considerare i numeri mondiali visto che siamo nella globalizzazione. I numeri ci dicono che di circa 80.000 miliardi di PIL mondiale circa 4

L'ITALIA VICINO AL BARATRO CHIEDE AIUTO.....A TUTTI

I nodi vengono sempre al pettine e alla fine la realtà affiora e si manifesta nella sua assoluta trasparenza. E' sempre solo una questione di tempo. Inutile ricordare che da tempo affermiamo la criticità del debito pubblico italiano, dell'economia in crescita fittizia perchè non sostenuta dalla domanda interna e della sotenibilità del debito consentita esclusivamente dagli acquisti di BTP (debito pubblico) da parte della BCE. Ma siamo alla resa dei conti, l'imbuto si stringe sempre più e gli eventi esiziali incombono: la BCE smetterà di acquisire titoli di stato italiani. La conseguenza è la difficoltà nel trovare acquirenti sul mercato di un fallimento (tecnico) conclamato ed, eventualmente, il prezzo al quale tali acquirenti sarebbero disposti a farsi carico del nostro debito . Una situazione disastrosa e insostenibile. Ecco , allora , che il nostro governo attraverso i suoi esponenti cerca di sollecitare soluzioni esterne. Borghi, così, come Giorgetti nell'