L'economia mondiale sta rallentando e una delle cause principali è la Cina.
La situazione desta molte preoccupazioni perchè i dati sono inequivocabile nonostante le misure di intervento del governo.
I dati che continuano ad essere pubblicati non danno segnali incoraggianti.
Ma guardiamo i dati comunicati stamattina:
Non è un caso che la regina europea delle esportazioni (Germania) abbia avuto un calo degli ordini all'industria pari a -2,6% contro aspettative di un +0,5% e un precedente che riportava un +0,9%.
Inutile dire che l'Italia subirà questa situazione. Essendo il 2° paese europeo nel manifatturiero con un grande commercio di interscambio con la Germania ne risentirà negativamente; e evidentemente le ultime previsioni (ocse) che parlano di recssione in Italia non sono previsoni fatte a caso. Non deve illudere il +1,7% della produzione italiana di gennaio.
Le difficoltà della Cina preoccupano e costituiscono un chiaro freno alla possibilità di crescita mondiale. La fiducia nell'intervento governativa stava per essere già scontata in borsa e tra gli investitori. La fiducia in una ripresa nella seconda parte dell'anno è messa a dura prova da questi numeri chelasciano poco spazio a prospettive favorevoli per il futuro.
Difficile che l'economia si possa riprendere a breve; conseguentemente i mercati non credo che potranno continuare la loro salita.
Cinque giorni consecutivi in rosso della borsa statunitense sono un segnale da considerare e che potrebbe essere foriero di un viatico non proprio positivo.
La situazione desta molte preoccupazioni perchè i dati sono inequivocabile nonostante le misure di intervento del governo.
I dati che continuano ad essere pubblicati non danno segnali incoraggianti.
Ma guardiamo i dati comunicati stamattina:
- Esportazioni a febbraio -20% contro attese di un -4,8% e un gennaio con un +9,1%
- Importazioni a febbraio -5,2% contro una previsione di -1,4%
- Saldo bilancia commerciale +4,12 miliardi contro attese di 26,38 miliardi
Non è un caso che la regina europea delle esportazioni (Germania) abbia avuto un calo degli ordini all'industria pari a -2,6% contro aspettative di un +0,5% e un precedente che riportava un +0,9%.
Inutile dire che l'Italia subirà questa situazione. Essendo il 2° paese europeo nel manifatturiero con un grande commercio di interscambio con la Germania ne risentirà negativamente; e evidentemente le ultime previsioni (ocse) che parlano di recssione in Italia non sono previsoni fatte a caso. Non deve illudere il +1,7% della produzione italiana di gennaio.
Le difficoltà della Cina preoccupano e costituiscono un chiaro freno alla possibilità di crescita mondiale. La fiducia nell'intervento governativa stava per essere già scontata in borsa e tra gli investitori. La fiducia in una ripresa nella seconda parte dell'anno è messa a dura prova da questi numeri chelasciano poco spazio a prospettive favorevoli per il futuro.
Difficile che l'economia si possa riprendere a breve; conseguentemente i mercati non credo che potranno continuare la loro salita.
Cinque giorni consecutivi in rosso della borsa statunitense sono un segnale da considerare e che potrebbe essere foriero di un viatico non proprio positivo.
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Ufficio Analisi F&S
Nicola Argeo Mastropietro
Analisi Finanziarie Indipendenti
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