Passa ai contenuti principali

EUROPA : LA CRESCITA RALLENTA

Da mesi stiamo raccontando di come i dati economici nel 2018 stiano risultando inferiori alle aspettative. Dopo tanti articoli inneggianti alla costante crescita europea la stessa Bce, con le parole del suo presidente Draghi, ha dovuto inchinarsi davanti ai numeri e ammettere che , inaspettatamente e bel al disotto delle previsioni, l'Europa sta rallentando. Ha voluto subito ridare fiducia specificando che si tratta (non so su quali basi e nemmeno le ha ben esplicitate) di una situazione di breve periodo che non inficia la crescita futura, ma che allo stato attuale l'economia rallenta.

A confermare l'affaticamento economico stamattina abbiamo avuto il dato sul Pil francese che si dimostra inferiore alle aspettative e certifica una crescita dello 0,3% nel primo trimestre. Insomma, Macron sbandiera la solita grandeur francese, ma i numeri lo smentiscono; ha poco da fare il galletto. Anche perchè, sempre stamattina, il dato sulle spese dei consumatori francesi a marzo ( ma è da ottobre che, per lo più, è negativo) è stato decisamente negativo evidenziando che l'economia francese è in difficoltà. Nei prossimi giorni vedremo i dati degli altri paesi europei e non saranno certo positivi; smentiranno le positività fittizie espresse dai vari Padoan. 

Non a caso, i mercati hano reagito premiando il dollaro e altre valute che hanno immediatamente iniziato un recupero rispetto all'Euro.

La stanca e vecchia Europa, nonostante la stampa di moneta esagerata, non riesce a generare una ripresa solida e duratura.
__________________________________________________________________________________

Resta aggiornato con telegram per conoscere i nuovi articoli di Finanza & Strategia
iscriviti adesso

Commenti

Post popolari in questo blog

INVERSIONE DELLA CURVA UGUALE A RECESSIONE ?

Da venerdì scorso vi è stata un'inversione della curva dei rendimenti; il rendimento dei bond a dieci anni si è ridotto a 2,53% contro il quasi 2,70% di fine 2018 e lo spread tra rendimento a 3 mesi e 10 anni si ridotto al lumicino. Quando si verifica questa situazione ci siamo trovati spesso all'inizio di una recessione. E' successo molte volte anche se abbiamo avuto in passato, come al solito, l'eccezione che conferma la regola. Partiamo da un principio basilare: Quando una banca o uno stato deve fallire nessuna istituzione o esponente dell'establishment lo dirà fino a fallimento avvenuto; anzi lo negheranno fino all'ultimo. La stessa cosa è assolutamente verificabile nella storia avviene per quanto riguarda le recessioni. Sono sempre negate fino a recessione conclamate Questo per dire che non ci si devono prendere come oro colato le affermazioni di chi vuole sempre e comunque tranquillizzare. La Yellen (ex presidente della Fed) ha dichiarato c

EUROPA: CRESCITA NON CREDIBILE. ECCO PERCHE'

Aggiungi didascalia Ieri ci sono stati dati che i telegiornale hanno subito portato a conoscenza in modo entusiasta. La recessione è già finita e si torna a crescere. Il governo si prende i meriti di una manovra non ancora iniziata. In effetti l'Europa ha dimostrato una crescita superiore alle aspettative (+0,4%) nel primo trimestre e anche in Italia il PIL trimestrale è risultato pari ad un +0,2% contro attese di -0,1%. Ma i mercati non hanno brindato ai risultati e vediamo il perchè. I dati che hanno, relativamente sorpreso, non sono stati dati dalla domanda interna e, anzi, i consumi interni calano. Ieri in Francia -0,1% i consumi. Inoltre, la produzione, ad esempio, in Italia a marzo è -1% su febbraio e ad aprile è -0,5% su marzo. Questo porterà ad un calo del seconso semestre pari a -0,9%; e non è meglio in Europa. Ma dobbiamo considerare i numeri mondiali visto che siamo nella globalizzazione. I numeri ci dicono che di circa 80.000 miliardi di PIL mondiale circa 4

L'ITALIA VICINO AL BARATRO CHIEDE AIUTO.....A TUTTI

I nodi vengono sempre al pettine e alla fine la realtà affiora e si manifesta nella sua assoluta trasparenza. E' sempre solo una questione di tempo. Inutile ricordare che da tempo affermiamo la criticità del debito pubblico italiano, dell'economia in crescita fittizia perchè non sostenuta dalla domanda interna e della sotenibilità del debito consentita esclusivamente dagli acquisti di BTP (debito pubblico) da parte della BCE. Ma siamo alla resa dei conti, l'imbuto si stringe sempre più e gli eventi esiziali incombono: la BCE smetterà di acquisire titoli di stato italiani. La conseguenza è la difficoltà nel trovare acquirenti sul mercato di un fallimento (tecnico) conclamato ed, eventualmente, il prezzo al quale tali acquirenti sarebbero disposti a farsi carico del nostro debito . Una situazione disastrosa e insostenibile. Ecco , allora , che il nostro governo attraverso i suoi esponenti cerca di sollecitare soluzioni esterne. Borghi, così, come Giorgetti nell'