Da venerdì scorso vi è stata un'inversione della curva dei rendimenti; il rendimento dei bond a dieci anni si è ridotto a 2,53% contro il quasi 2,70% di fine 2018 e lo spread tra rendimento a 3 mesi e 10 anni si ridotto al lumicino.
Quando si verifica questa situazione ci siamo trovati spesso all'inizio di una recessione. E' successo molte volte anche se abbiamo avuto in passato, come al solito, l'eccezione che conferma la regola.
Partiamo da un principio basilare:
Questo per dire che non ci si devono prendere come oro colato le affermazioni di chi vuole sempre e comunque tranquillizzare.
La Yellen (ex presidente della Fed) ha dichiarato che tale inversione non è così attendibile e che si avrà un rallentamento, ma nessuna recessione è alle porte; anzi l'economia Usa è ancora sana.
Altri sostengono che l'unico significato è che in prospettiva la Fed ridurrà i tassi di interesse. Nulla più.
In effetti, non è mai solo un dato che può offrire la certezza del futuro e di quanto accadrà, ma certamente ci sono dei dati che rappresentano dei buoni indicatori per alzare le antenne e fare molta attenzione. Questa inversione della curva va monitorata e non sottovalutata.
Possiamo dire che non rappresenta mai qualcosa di positivo. Anzi, il fatto stesso che si ammetta che il calo dei rendimenti porterà a ridurre i tassi significa che l'economia sarà in sofferenza e avrà bisogno di stimoli monetari.
Se poi uniamo questo dato insieme ai dati negativi (come quelli odierni) che vengono giornalmente comunicati riferiti agli Usa e a tutta l'economia mondiale è facile comprendere che, forse, non sarà recessione, ma gli analisti, il mercato e gli investitori stanno pensando che un forte rallentamento nella crescita sia plausibile e reale.
Siamo in un periodo in cui è bene fare molta attenzione.
Quando si verifica questa situazione ci siamo trovati spesso all'inizio di una recessione. E' successo molte volte anche se abbiamo avuto in passato, come al solito, l'eccezione che conferma la regola.
Partiamo da un principio basilare:
- Quando una banca o uno stato deve fallire nessuna istituzione o esponente dell'establishment lo dirà fino a fallimento avvenuto; anzi lo negheranno fino all'ultimo.
- La stessa cosa è assolutamente verificabile nella storia avviene per quanto riguarda le recessioni. Sono sempre negate fino a recessione conclamate
Questo per dire che non ci si devono prendere come oro colato le affermazioni di chi vuole sempre e comunque tranquillizzare.
La Yellen (ex presidente della Fed) ha dichiarato che tale inversione non è così attendibile e che si avrà un rallentamento, ma nessuna recessione è alle porte; anzi l'economia Usa è ancora sana.
Altri sostengono che l'unico significato è che in prospettiva la Fed ridurrà i tassi di interesse. Nulla più.
In effetti, non è mai solo un dato che può offrire la certezza del futuro e di quanto accadrà, ma certamente ci sono dei dati che rappresentano dei buoni indicatori per alzare le antenne e fare molta attenzione. Questa inversione della curva va monitorata e non sottovalutata.
Possiamo dire che non rappresenta mai qualcosa di positivo. Anzi, il fatto stesso che si ammetta che il calo dei rendimenti porterà a ridurre i tassi significa che l'economia sarà in sofferenza e avrà bisogno di stimoli monetari.
Se poi uniamo questo dato insieme ai dati negativi (come quelli odierni) che vengono giornalmente comunicati riferiti agli Usa e a tutta l'economia mondiale è facile comprendere che, forse, non sarà recessione, ma gli analisti, il mercato e gli investitori stanno pensando che un forte rallentamento nella crescita sia plausibile e reale.
Siamo in un periodo in cui è bene fare molta attenzione.
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Ufficio Analisi F&S
Nicola Argeo Mastropietro
Analisi Finanziarie Indipendenti
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