É umano; accade alle aziende quando devono cambiare (addirittura c'è chi fallisce perchè pur sapendo che dovrebbe cambiare il suo modo di fare azienda ma non riesce a farlo) per affrontare il mercato in evoluzione e accade a tutte le persone nella vita quotidiana. Il cambiamento, per chiunque, è sempre un passaggio mentale di difficile realizzazione e che ha in sè una fortissima rsistenza psicologica.
Le aspettative dei mercati sugli utili aziendali per il 2018 sono molto alte e tali sono rimaste nonostante dati, numeri e recenti accadimenti e inaspimenti politici che potrebbero minare qualsiasi crescita economica.
E il problema è che queste alte aspettative sono già state scontate dal mercato. Quindi, non ci sarebbe da stupirsi se si dovessero avere delle sorprese rispetto a quanto continua a pensare il mercato allo stato attuale.
Il considerare, come è stato fatto finora, che niente possa scalfire la positività che serpeggia tra molti analisti potrebbe essere molto pericoloso e un'arma a doppio tagglio.
Una prova generale di questa eventualità (sorprese annunciate, ma non considerate) l'abbiamo avuta a fine gennaio e inizio febbraio. Fino a quel periodo, le borse raggiungevano ogni giorno nuovi massimi storici, ma improvvisamente, furono subissate dalle vendite causate da dati (sui salari soprattutto, ma non solo) che evidenziavano un aumento dell'inflazione superiore alle attese e una differente realtà da affrontare.
Come se i mercati fino ad a quel momento non si fossero mai accorti di quanto stava già accadendo da mesi. Da mesi l'inflazione cresceva e molte banche centrali, fin dall'estate, avevano iniziato l'aumento dei tassi.
Questa situazione potrebbe ripetersi con le trimestrali che verranno comunicate da giovedì in poi. Potrebbe accadere che gli utili (e le previsioni delle aziende per il futuro) non siano così rosei come vorrebbero gli operatori del mercato. Un tale eventualità potrebbe portare ad una generalizzata ulteriore riduzione dell'esposizione azionaria e ad un aumento della volatilità.
Quindi, attenti alle trimestrali. I mercati, oramai, tendono a reagire ai cambiamenti in modo improvviso e isterico, anzichè con freddezza e moderazione. L'abbiamo già visto molte volte. Anche in futuro sarà così. Fasi di range e poi movimenti bruschi e violenti.
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